L’adozione di Tigrotto..e il suo seguito

Ciao a-mici!

L’anno scorso vi abbiamo raccontato dell’adozione del cuore di Tigrotto, il nostro micione, fratello di Kaly e Felix e figlio di Lilli, che la scorsa estate è diventato diabetico e poi è stato adottato da una nostra volontaria.

Tigre, detto anche Tigrotto, sta molto bene nonostante il diabete e nello scorso articolo vi raccontavamo quanto si fosse inserito bene all’interno del suo nuovo contesto casalingo, insieme alla sua vecchia conoscenza Chiara e nuova conoscenza Cleo.

In questo articolo abbiamo sentito l’esigenza di parlarvi nuovamente di lui per portare la testimonianza della nostra adottante, che nei mesi successivi all’adozione di Tigre, un po’ per caso come spesso capita, ha ulteriormente allargato la famiglia a una nuova gattina, che presto è diventata la compagna di vita di Tigre.

Come è arrivata la nuova gattina?

Come spesso capita, per caso. Luna è arrivata da me a novembre 2023, a circa quattro mesi, e proviene da una colonia gestita da mia madre. Nei mesi successivi si era provato a trovare una casa per lei, senza successo, e in assenza di soluzioni di stallo mi fu chiesto di tenerla fino ai primi di dicembre, quando poi sarebbe stata presa in adozione dai miei genitori. La gattina fu inizialmente collocata in cucina, era abbastanza forastica ai tempi e nel frattempo, per sicurezza, avevo chiesto che le fosse almeno fatto un test PCR per la Felv e l’esame delle feci. Non avevo intenzione di inserirla con i miei gatti, a quel tempo avevo raggiunto un buon equilibrio dopo l’adozione di Tigre, e non me la sentivo di fare un inserimento per così poco tempo; tuttavia, avevo richiesto i test per avere la tranquillità di non esporre a rischi gli abitanti felini di casa. Nei giorni successivi la gattina iniziava a prendere confidenza con l’ambiente e provava spesso a evadere dalla cucina, immagino anche perché sentiva la presenza dei suoi simili fuori la porta. I miei gatti, allo stesso modo, avevano intuito la presenza di un estraneo e ognuno a suo modo manifestava le sue reazioni. Cleo gonfiava il pelo, e mostrava la classica espressione di disappunto nei confronti dei suoi simili che oramai la contraddistingue – se ve lo state chiedendo Cleo non è un gatto socievole verso i suoi simili, tuttavia, convive tranquillamente in un contesto di socialità -, Tigre invece è sempre stato molto tranquillo. Quando aprivo la porta per entrare in cucina Tigre e Luna si guardavano e lei spesso gli tirava una pallina.

Come è andato l’inserimento?

Devo ammettere che non c’è stato un vero e proprio inserimento, come da manuale. Dopo circa 15 giorni dall’arrivo di Luna, e dopo svariati tentativi di evasione e incontri faccia a faccia con Tigre, ho pensato un giorno di farla entrare nell’ambiente adiacente alla cucina, chiudendo tutte le altre porte della casa. Come già immaginavo Tigre non ha avuto nessuna reazione particolare alla sua vista, mentre Luna era molto attratta dalla sua lunga coda, con la quale giocava. Ho capito subito che tra loro due ci fosse un buon feeling, cosa che invece non c’era con Cleo, alla vista della quale si nascondeva, ringhiava e soffiava. La cosa però non mi ha preoccupato particolarmente, perché Cleo non è un gatto molto ospitale, anzi devo dire che in quella circostanza Luna ha dimostrato un’ottima capacità di lettura del contesto e si è comportata in modo commisurato alla situazione. La vera rivelazione è stata invece Chiara, la più anziana del gruppo. Chiara è una gatta molto stanziale, estremamente legata alle sue abitudini e ai suoi spazi. A tratti si potrebbe dire anche selettiva, o perché no snob. La prima volta che ha visto Luna l’ha rincorsa, l’ha afferrata per la testa e l’ha annusata. Deve aver passato l’esame, perché successivamente a questo episodio ogni volta che la vedeva iniziavano a rincorrersi dietro ai mobili, e a giocare a farsi gli agguati. Luna e Chiara hanno quasi 15 anni di differenza, e da manuale questa è l’accoppiata peggiore per far funzionare un inserimento; tuttavia, Chiara l’ha accettata e devo ammettere che si diverte anche molto in sua compagnia.

Da stallo a adozione, raccontaci come sono andate le cose.

I primi tentativi di socializzazione sono nati poiché mi dispiaceva che Luna stesse sempre chiusa in cucina. Quando mi sono sincerata che potesse stare insieme agli altri senza pericoli, passava il giorno in compagnia degli altri e diventava sempre più difficoltoso riportarla in cucina quando uscivo o per la notte. Stava diventando a tutti gli effetti parte della vita sociale dei miei tre gatti, perfino Cleo aveva superato l’atteggiamento di disappunto nei suoi confronti, per passare a rincorse sfrenate per tutta casa nel tentativo di afferrarla (per ammazzarla? Non credo infondo…). Insomma, c’era un bel clima per casa. Mi rendevo conto che Luna era molto propensa per la relazione con i suoi simili piuttosto che con le persone, e questa cosa mi dava da pensare sapendo che la sua futura casa, seppur grande e piena di svaghi, sarebbe stata priva di altri mici.

Le cose sono andate nel modo più naturale possibile, infondo anche i miei genitori, vedendo a distanza foto e video di lei con i miei gatti, sapevano che quello era il posto giusto per lei. Alla fine, sono venuti a trovarla, ma non sono riusciti a separarla dai suoi nuovi amici.

Quali sono stati i benefici di questa nuova adozione?

Non basterebbe un articolo per spiegarlo a fondo. In letteratura si dice che i gatti sono animali sociali discrezionali e che non sempre l’inserimento di nuovi membri all’interno del nucleo familiare possa essere positivo per i gatti già residenti. Motivo per cui anche io non avevo assolutamente intenzione di inserire un altro gatto a pochi mesi dall’arrivo di Tigrotto. Tuttavia, nel giro di poco tempo dall’arrivo di Luna, sono successe cose a dir poco formidabili. Ho visto per la prima volta Tigre giocare – come sapete lui è diabetico, i suoi livelli di glucosio non erano purtroppo controllati per via di patologie concomitanti e nei mesi successivi alla sua adozione aveva sviluppato un’importante neuropatia diabetica, che non gli consentiva di saltare molto né correre, era piuttosto sedentario in quel periodo. E poi l’ho visto correre dietro la pallina, trascinandosi quelle zampe posteriori come se niente fosse. A gennaio è salito per la prima volta sulla mensola più alta del tiragraffi, e oggi è capace di salire su tutti i ripiani alti della casa, come tutti gli altri gatti. Il controllo della sua malattia è migliorato significativamente, così come la sua neuropatia, senza però aver cambiato terapie o alimentazione. Anche il veterinario che lo segue, sorpreso dei suoi miglioramenti, afferma che parte del merito può essere attribuita al suo “fidanzamento”, così definito poiché Tigre e Luna sono oramai inseparabili.

Anche Chiara da qualche mese ha radicalmente cambiato il suo stile di vita, è molto più attiva e rincorre Luna per tutta casa, al punto che sospettavo avesse problemi di salute che giustificassero la sua inattività. E infine Cleo, che aveva già dovuto “tollerare” la presenza di due gatti negli ultimi anni, migliora sempre di più la sua capacità di interagire con i suoi simili, cosa non assolutamente scontata in un gatto che aveva sempre vissuto solo con me.

Perché hai voluto testimoniare la tua esperienza?

Con la mia testimonianza non vorrei tanto parlare dei benefici dell’adozione di Luna per me, ma dei benefici derivanti dalla relazione tra conspecifici. Luna quando è arrivata da me era forastica, si nascondeva, non si faceva assolutamente toccare e si nutriva solo nella tranquillità della notte, da gatto di strada quale era. Ad oggi posso osservare in lei la dolcezza di Tigrotto verso le persone, ancor di più l’istinto da gatto di strada di Chiara, e il brutto vizio di usare i denti di Cleo. Come in Tigre vedo finalmente soddisfatto il bisogno di contatto e dolcezza che era abituato ad avere con la sua mamma e con le altre gatte del rifugio. Insomma, la mia esperienza mi sta insegnando che dalla relazione con i propri simili si può sempre apprendere, migliorare ed evolvere, e che, nonostante potrebbe esserci qualche rissa in più, il benessere psico-fisico generale del gruppo migliora sempre.

La mia esperienza si rivolge quindi a tutte quelle persone che hanno paura di adottare il secondo, il terzo, il quarto gatto e anche oltre, perché ritengono di non avere gatti idonei alla vita in gruppo oppure per non guastare gli equilibri esistenti. Con le dovute misure e accorgimenti, si può sempre fare un passo avanti e migliorare la situazione.

E poi una cosa è certa: con tanti gatti non ci si annoia mai!

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