La sterilizzazione del gatto

Sterilizzare o castrare il gatto significa impedire chirurgicamente la sua riproduzione. Nei maschi l’operazione si chiama castrazione e consiste nella rimozione di entrambi i testicoli, inibendo la produzione di testosterone. Nelle femmine si chiama invece sterilizzazione e consiste nella rimozione delle ovaie (ovariectomia) e spesso anche dell’utero (ovaristerectomia). D’ora in avanti, nel resto dell’articolo, utilizzeremo il termine sterilizzazione per riferirci sia al gatto che alla gatta.

Purtroppo, ad oggi la popolazione è ancora molto divisa tra chi considera questa pratica come un gesto d’amore necessario nei confronti del proprio micio, e chi la considera contro natura e nutre ancora molto scetticismo sul tema.

Per questo motivo, in questo articolo vogliamo darvi tutte le informazioni utili sulla sterilizzazione del gatto e convincervi che sterilizzare un gatto può davvero migliorare e allungare la sua vita.

Quali sono i pro della sterilizzazione? E i contro?

Oltre ad evitare il più antico dei problemi, ovvero le gravidanze indesiderate, la sterilizzazione della gatta o del gatto previene e limita la diffusione delle principali malattie infettive a trasmissione sessuale, tra cui la Fiv (virus dell’immunodeficienza felina) e la Felv (virus della leucemia felina). Inoltre, anche se non si hanno mici liberi di uscire (c.d. outdoor), la sterilizzazione è la principale azione di prevenzione contro patologie tumorali quali il carcinoma mammario e dell’utero nella gatta, o patologie a carico di testicoli e prostata nel maschio.

Altro elemento importantissimo è il fattore di stress indotto dai calori: mentre la gatta manifesterà diverse modificazioni comportamentali dovute dall’estro (inquietudine, miagolii continui per attirare i maschi, mancanza di appetito), il maschio esibirà marcature urinarie (dall’odore molto acre per giunta), desiderio di fuga e possibilità di allontanarsi anche per molti km, con conseguente rischio di non ritrovarlo più, e tendenza a lottare con altri maschi per il territorio o le femmine, con il rischio di contrarre malattie o infezioni a causa delle ferite.

In ultimo, ma non ultimo, ricordiamo che una gravidanza può generare circa 4-6 gattini, che nel giro di sei mesi possono a loro volta generare altre gravidanze indesiderate. Per tale motivo la sterilizzazione è un gesto d’amore atto a migliorare la vita del proprio animale, ma anche un importante contributo per limitare il dilagare del fenomeno del randagismo felino.

Per quanto riguarda i contro non si rilevano svantaggi particolarmente degni di nota se non l’aumento di peso e dell’appetito, da tenere sotto controllo con la giusta alimentazione e assicurandosi che il micio svolga una certa attività fisica anche in casa. Il maschio invece può avere un fattore di rischio maggiore di ostruzione dell’uretra, ma anche in questo caso la giusta alimentazione e l’attenzione verso il proprio micio consentono di affrontare la problematica serenamente.

Quali sono i rischi della sterilizzazione?

La sterilizzazione nel gatto è un intervento di routine, della durata di meno di 30 minuti, ma è bene ricordare che, come tutti gli interventi, è eseguito in anestesia generale.

Laddove possibile, e sulla base dell’età e delle condizioni cliniche del gatto, il veterinario suggerirà i giusti esami preoperatori, in modo da poter adottare un approccio anestesiologico quanto più possibile privo di rischi.

Ad oggi inoltre esistono differenti procedure chirurgiche per eseguire l’intervento, sempre meno invasive che consentono al micio tempi di recupero sempre più brevi.

Per la gatta in genere servono 2-3 giorni di riposo, per evitare che muovendosi e saltando si aprano i punti della ferita, mentre per il gatto il recupero è quasi immediato, poiché l’intervento è molto meno invasivo.

Il vostro veterinario di fiducia, ovviamente, saprà guidarvi correttamente nella gestione del post-operatorio del micio.

A che età sterilizzare il gatto?

Potendo scegliere, l’età ideale per sterilizzare la gatta si aggira intorno ai 6 mesi ed è preferibile farlo prima del primo calore, in modo da evitare l’inconveniente di farla andare in calore e abbattere il rischio futuro di generare tumori mammari o all’utero.

Per il maschio l’età è invece è circa 8 mesi, al fine di garantire un pieno sviluppo fisico.

Il discorso non vale per i gatti randagi, che vengono sterilizzati anche sotto i sei mesi, non appena se ne ha la possibilità, e soprattutto al fine di evitare gravidanze indesiderate (alcune gatte hanno il primo calore anche già a 5 mesi).

Come cambia il gatto dopo la sterilizzazione?

Uno dei tanti luoghi comuni legati alla sterilizzazione è il cambiamento caratteriale del gatto.

Facciamo un po’ di chiarezza sull’argomento: vi starete chiedendo “la personalità generale cambierà?”, ”Il gatto sarà meno affettuoso?”, “Diventerà grasso e pigro?”

La risposta è no, perché gli unici cambiamenti che potrete notare nel gatto riguarderanno i comportamenti indotti dal calore: inquietudine, miagolii, tendenza a “strusciarsi” dappertutto, marcature urinarie, calo dell’appetito, aggressività, ecc..

Ecco che quindi il gatto sterilizzato, soprattutto il maschio, sarà meno inquieto, ridurrà il bisogno di vagare, alla ricerca di un partner, e di combattere con altri mici. Questo vuol dire che si muoverà di meno e tenderà ad ingrassare, se non seguito con una dieta corretta, e se non sarà stimolato a fare attività.

Tuttavia, in particolare i gatti outdoor avranno meno probabilità di sparire, essere investiti o farsi male e quindi un’aspettativa di vita più lunga rispetto ai gatti non sterilizzati.

Quali sono i costi della sterilizzazione?

Un intervento di sterilizzazione ha una forbice tariffaria molto ampia, che varia sulla base della tecnica chirurgica adottata (chirurgia “open”, chirurgia “laparoscopica”), sull’approccio anestesiologico, e sul servizio prestato dalla clinica (analisi preoperatorie, ricovero, day hospital, ecc.).

Per la femmina un intervento di ovariectomia o ovaristerectomia ha una forbice tariffaria che va dai 130 ai 200 euro. Mentre un intervento di castrazione per il maschio ha un costo che varia dagli 80 ai 130 euro.

Se avete la necessità di sterilizzare un gatto randagio, oltre a potervi rivolgere alle strutture preposte, che però spesso hanno liste di attesa molto ampie, tenete a mente che esistono alcune strutture sanitarie (poche, ma per fortuna che esistono!) che applicano delle tariffe agevolate per i randagi, al fine di poter dare il loro contributo nel limitare il fenomeno del randagismo.

Come potete vedere la sterilizzazione è una scelta responsabile, e ha un costo ragionevole, soprattutto se paragonato alle spese che si dovrebbero sostenere se si scegliesse di far rimanere incinta la propria gatta e mantenere i cuccioli nei primi mesi di vita, e/o per curare il proprio gatto in caso di gravi patologie come il tumore.

Inoltre, con la sterilizzazione assicurerete una vita più lunga, e in condizioni migliori di salute, al vostro gatto, e contribuirete a contrastare il fenomeno del randagismo.

Se sterilizzi il tuo gatto, sia femmina che maschio, darai una possibilità in più a tutti i gatti abbandonati e che vivono in strada di trovare una casa che li accolga.

Cosa ne pensate di questo articolo? Quali sono le vostre opinioni sulla sterilizzazione del gatto?

Fatecelo sapere nei commenti.

Iscriviti alla nostra newsletter
E ricevi notifiche riguardo ai nostri articoli e alle nostre iniziative!
icon

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *